La prevenzione parte dal movimento
22 Maggio 2024 - Prevenzione
L’attività motoria è saldamente considerata come uno dei 4 pilastri dello stile di vita, capace di avere un elevato impatto positivo sulla salute insieme ad alimentazione, qualità del sonno e dialogo interno.
La ricerca scientifica ha posto solide basi affinché si potesse considerare il movimento uno strumento ad alto impatto curativo e sopratutto preventivo di gran parte delle patologie più comuni.
Nel 2015 la Academy of Medical Royal Colleges ha pubblicato un articolo dove si mette in luce il ruolo dell’esercizio fisico regolare nella prevenzione della demenza, diabete tipo 2, alcuni tipi di cancro, depressione, problematiche cardiache e altre condizioni patologiche meno gravi con una riduzione del rischio di almeno il 30%. Questi valori sono già da tempo confermati nelle aree delle problematiche muscolo-scheletriche. Spesso i risultati attribuiti all’esercizio fisico sono migliori di quelli attribuibili ai farmaci, al punto che molti esperti sono arrivati a concludere che, se l’esercizio fosse una pillola, sarebbe la più efficace in commercio.
Paragonare però questo strumento ad un farmaco è a nostro avviso ingannevole ed errato in quanto il farmaco rappresenta una strategia “passiva“ di risoluzione del problema mentre la caratteristica propria dell’esercizio, che è anche la sua forza, è quella di richiedere la partecipazione attiva della persona che ne fa uso.
Questa essenziale differenza spiega in larga parte la difficoltà attuale che si trova nel paragonare l’efficacia del movimento a quella del farmaco, tutt’ora considerato lo strumento di elezione nella cura e prevenzione delle patologie.
Il vero impedimento alla diffusione su larga scala dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e cura è rappresentato difatti dalla motivazione, essenziale se si decide di intraprendere un percorso fatto di partecipazione attiva e tempo da dedicare alla propria salute. La chiave della motivazione è rappresentata dalla comprensione dei bisogni primari della persona, dalla capacità di costruire una alleanza terapeutica tra fisioterapista e paziente fatta di ascolto, personalizzazione del movimento e obiettivi condivisi.
Il risultato, a differenza del farmaco, è una vera e propria educazione alla salute che mette a disposizione della persona uno strumento capace di attivare processi di auto-guarigione e auto-regolazione che nessun altro metodo di cura può garantire.